Innovazione Bancaria e Inclusione Finanziaria

E’ una percezione diffusa, ma le “contromisure” le vedremo solo in un prossimo futuro: la sovra-regolamentazione dell’attività bancaria in Area-UE è un ostacolo al credito alle M-PMI. Troppe e troppo stringenti le recenti regole bancarie, si pensi ad esempio a:

  • impatto sugli enti bancari e finanziari dei rinnovati princìpi internazionali (IFRS-9),
  • nuovo Calendar Provisioning BCE nella gestione dei NPL - Non Performin Loans,
  • delle nuove regole UE per la classificazione delle imprese inadempienti dal punto di vista creditizio (Regolamento n.171 del 19/10/2017).

Per il nostro Paese il quadro macroeconomico rimane complesso, in miglioramento infinitesimale nei dati fondamentali e che il sistema bancario domestico continua ad affrontare in condizioni patrimoniali e di redditività in miglioramento, ma con prospettive tutt’altro che ottimali.
Inevitabile è per gli istituti di credito domestici la “ricerca della qualità” nelle concessioni creditizie, con una conseguente alta selettività ed un rischio di polarizzazione del credito sempre più concentrato su pochi, buoni prenditori di credito, percepiti e valutati come sani, equilibrati, affidabili.

Il nostro principale obiettivo è diffondere educazione finanziaria e cultura creditizia al fine di permettere anche alla Vostra impresa di entrare stabilmente in questo gruppo, che in prospettiva rischia di essere sempre più ristretto.

Il credito alle Imprese non si ferma, prende però nuove direzioni: bisogna conoscere le nuove “regole di ingaggio”, essere disponibili a cambiare abitudini e comportamenti e imparare ad anticipare l’esame del Rating e della nuova valutazione bancaria.

Proprio in questa direzione si orienta il nostro percorso formativo: l’attenzione delle Banche nella valutazione del merito di credito si sposta prepotentemente - a causa delle nuove previsioni regolamentari UE e delle regole di Vigilanza BCE - sulla effettiva sostenibilità del debito bancario: per metterla in una “battuta”, è ormai acquisito il fatto che oggi contano solo 3 cose per le Banche:

  1. la capacità dell’impresa di generare cassa
  2. la capacità dell’impresa di generare cassa

e . . .

  1. la capacità dell’impresa di generare cassa.

Non è un errore di redazione, è l’indicazione chiara che il resto conta poco.

Attraverso un set di dati aziendali completo e di qualità, è fondamentale per l’impresa mettere in evidenza la oggettiva capacità di generare i flussi di cassa (cash flow) necessari al rimborso del capitale di debito.

L’attenzione dell’analisi creditizia si focalizza sulla situazione di C.R. dell’impresa (Centrale dei Rischi, ossia la sintesi delle esposizioni bancarie in essere) e gli indicatori di conto economico che misurano la capacità dell’impresa di generare adeguati flussi di cassa, primo fra tutti il DSCR (Debt Service Coverage Ratio) o come il rapporto PFn/EBITDA (confronto tra Posizione Finanziaria netta e MOL).

Più completo il set di indicatori per le imprese in contabilità ordinaria, che andrà a “incrociare” dati di Conto Economico e di Stato Patrimoniale, con maggiore spazio di analisi sui indici come il rapporto di Leverage patrimoniale (confronto tra Mezzi Propri, o Equity, dell’imprenditore o della società, rispetto ai Mezzi di Terzi del capitale di debito) o come gli indici di liquidità, di solidità, di copertura finanziaria, complessi sicuramente ma non inaffrontabili come avremo modo di spiegare nel nostro percorso di formazione.

L’importanza di tutti questi indicatori, al pari degli elementi del modello di valutazione (un vero e proprio Rating interno) del Fondo di Garanzia, sarà tanto più evidente quando, al termine del nostro percorso, si comprenderà la loro valenza per il sistema bancario.

E non solo. Molti indicatori quantitativi (si pensi al formato XBRL dei bilanci depositati) e derivabili da informative di sistema in via automatizzata (C.R., S.I.C., Credit Bureau) sono alla base di un nascente processo di credit-automation che, da un lato, riduce tempi e costi della a valutazione del merito di credito, ma dall’altro rischia di impoverire (proprio perché “robotizzata”) parte della pre-valutazione creditizia di un’impresa, in una logica più di tipo assicurativo che bancario.

Anche in questo ambito la formazione e la conoscenza di questi triggers (letteralmente “grilletti”, ovvero attivatori di procedure automatizzate) permette all’impresa di superare le fasi preliminari di selezione creditizia, senza blocchi o sorprese. Tratteremo questi argomenti nella Fermata 15 del nostro percorso.

In una parola: siamo nel 2020 e l’inclusione finanziaria delle M-PMI passa da nuove regole di ingaggio, molto diverse da quelle degli anni ’90, 2000, 2010, eredità di una grande crisi che in Italia ha colpito le Imprese in una fase assai più acuta e soprattutto lunga che nel resto dell’Area-Euro.