Banche e PMI

Non è certo un azzardo affermare che la sovra-regolamentazione dell’attività bancaria in Area-UE è un ostacolo al credito alle Micro e Piccole Imprese.

Troppe e troppo stringenti sono le recenti regole bancarie, si pensi a titolo di esempio a:

  • impatto sugli enti bancari e finanziari dei rinnovati princìpi internazionali (in particolare IFRS-9),
  • nuovo Calendar Provisioning BCE nella gestione dei NPL - Non Performing Loans,
  • delle nuove regole UE per la classificazione delle imprese inadempienti dal punto di vista creditizio (Regolamento n.171 del 19/10/2017).,

Per le imprese più piccole e meno strutturate è -oggi più che mai- fondamentale imparare a relazionarsi con il sistema bancario in modo nuovo, più completo, diretto e trasparente. Contano le competenze, i risultati, le prospettive e la “visione” del futuro. Non vi sembra un paradosso: richiedo credito a medio termine per i prossimi 5 anni per la mia impresa e presento gli ultimi due Bilanci “chiusi” al 31/12 degli ultimi due anni; è un po’ come guidare in autostrada. . . guardando soprattutto nello specchietto retrovisore.

Il Bilancio di esercizio è un documento molto importante nell’analisi creditizia, ma è un report annuale, sintesi della gestione economica nell’anno (rappresentazione diacronica di Conto Economico) e della situazione patrimoniale al 31/12 (situazione sincronica di Stato Patrimoniale).

La situazione andamentale interna è analizzabile nel continuo dalla Banca affidante: movimentazione di c/c, canalizzazione di POS, qualità del portafoglio commerciale anticipato, chiusura delle anticipazioni sui fidi import/export, regolarità nelle operazioni rateali di mutuo, leasing o di finanziamento; così come allo stesso modo è facilmente indagabile l’informativadi andamentale a sistema,dalla Centrale dei Rischi (C.R.) gestita da Banca d’Italia e dai Credit Bureau (Crif, Cerved, Experian, etc.) gestiti da operatori privati specializzati.

I dati qualitativi e gli aspetti più “soft” sulla gestione, organizzazione e proprietà aziendale completano il quadro di insieme che la Banca tenta di ricostruire nell’analisi di affidamento di una controparte.

Se il Bilancio di esercizio è il “punto di partenza”, con l’esame delle numeriche aziendali ufficialmente prodotte nel recente passato (in qualche modo “attestate” dal bilancio depositato presso il Registro delle Imprese per le società di capitale o dal modello Unico di impresa trasmesso all’amministrazione tributaria dello Stato per le ditte individuali e le società di persone), la successiva e fondamentale tappa sta nell’analisi andamentaledell’impresa. Essa esprime in modo sintetico e oggettivo la regolarità nell’utilizzo delle linee a breve termine di credito accordate e la regolarità nel rimborso dei finanziamenti rateali: è il vero biglietto da visita dell’impresa per il ceto bancario.

I modelli di Rating cambiano da istituto a istituto, così come varia la “segmentazione” della clientela (retail, small business, mid-corporate, corporate, etc.): è tuttavia affermabile con tranquillità che l’analisi andamentale conta tanto quanto l’analisi numerica, con uno sbilanciamento positivo almeno nel segmento “retail/small business” (o ad essi equiparabili) delle micro e PMI, per le quali i bilanci - almeno sino ad ora - non sono oggetto di revisione legale dei conti da parti terze professionali e, quindi, per esse prevale in qualche modo il comportamento creditizio rilevabile a sistema.

Ultima componente del quadro da ricomporre nell’analisi creditizia: le informazioni qualitative. Per le Banche è importante conoscere chi opera, chi decide, chi rischia equity (capitali propri) in azienda; se vi è continuità aziendale e/o generazionale in ambito familiare; ma soprattutto se vi è un chiaro e delineato piano di impresa, con variabili relative a prodotto/mercato/posizionamento/canale di vendita ben illustrate e spiegate in termini descrittive e declinate in numeri attesi che siano ragionati, fondati e prudenzialmente conseguibili (e compendiati da analisi successive degli eventuali scostamenti).

Gestire la relazione bancaria significa anche questo: trasferire a specialisti terzi (che devono valutare la nostra affidabilità di impresa) la fiducia per “credere” in noi e nel nostro progetto aziendale e per confermare, attivare, ampliare il credito alla nostra impresa.