Banche, Moratorie e Credito PMI: rischio
  • 10 marzo 2021

Banche, Moratorie e Credito PMI: rischio "cliff effect" o "credit crunch" in piena pandemia?

I recenti orientamenti EBA sulle Moratorie per i crediti alle Imprese (29 gennaio 2021) hanno di fatto concesso alle banche una estensione di un "periodo di grazia" fino al 30 giugno 2021, con una buona dose di concessione nel trattamento contabile e prudenziale delle operazioni e delle controparti-imprese interessate da moratorie e sospensioni.

Evidenziamo che l'ammontare di crediti "sospesi" in Italia a partire dallo scorso mese di Marzo 2020 - tutto ebbe inizio con il D.L. "Cura Italia" n. 18/2020 - ammontano a circa 293Miliardi di euro (!) per oltre 2,7 milioni di Clienti (!).

Nè oggi, nè al prossimo 30 giugno saremo fuori dalla emergenza pandemica; anzi, oggi come oggi si può parlare di terza ondata della pandemia, non solo in Italia.

Serve maggior GARDUALITA' nell'abbandonare le regole di emergenza che tanto hanno potuto "arginare" in un periodo di difficoltà (sanitaria ed economica, con una potenzialità di impatto sociale devastante) quale quello che stiamo vivendo.

Negli intendimenti di EBA le concessioni in termini moratoria, sospensione, allungamento fatte dopo il 30/09/2020 devono avere una durata massima di 9 mesi per non essere considerate "moratorie individuali" e scatenare la applicazione delle previsioni ordinarie in materia di:

  • definizione di default, rinnovata e più penalizzante dal 1° gennaio 2021,
  • forbearance,
  • credito-ristrutturato.

 

Le imprese - al pari della comunità - stanno tuttora vivendo una situazione di eccezionale e perdurante emergenza, nella quale non trova alcuno spazio una definizione di normalità post-pandemia.

Non ha senso, oggi, aumentare la pressione regolamentare sugli Istituti di credito che sono chiamati, ancora in questa difficile fase di transizione, a sostenere l'economia reale, fornendo quell'ossigeno che è il credito straordinario, ancora assistito dalle straordinarie garanzie pubbliche, via FCG o SACE:

- il Fondo di Garanzia per le PMI (FCG, L. 662/1996) ha superato la soglia dei 145/MLD di euro di richieste per nuovi finanziamenti alle M-PMI;

 - SACE con il prodotto "Garanzia Italia" ha raggiunto 21,9/MLD di prestiti garantiti con 1.626 richieste di intervento per Imprese di maggiori dimensioni (Mid-Cap e Grandi imprese).

Il pressing che le Banche italiane ricevono dalla Autorità di Vigilanza (europea) è giustificato dal fatto che non si dovrebbe arrivare a fine-moratoria per ridefinire lo status di una controparte in difficoltà:

  • la revisione del rischio di credito,
  • ovvero la ricerca di soluzioni-su-misura 

sono pienamente condivisibili, ma devono essere inserite in piani individuali di ricerca di soluzioni che consentano di superare questo ulteriore periodo-di-crisi. 

 

Si apre una nuova fase negozialedi rapporto costruttivo tra Impresa e Banca:

  • dopo il credito-di-emergenza del 2020 
  • serve ora il credito-di-rilancio

che permetta di mantenere in bonis la più ampia platea di Imprese

che permetta di superare questa fase di transizione (che ci separa dal-almeno-il-70%- di popolazione-vaccinata)

che permetta di non vanificare gli enormi sforzi fatti sinora

che permetta di garantire una vera e solida ripresa generalizzataquando vi saranno le condizioni.

 

Stringere troppo presto i cordoni-della-borsa significerebbe impedire una uscita-regolata-dalla-crisi-pandemica: 

  • accelerando la nascita di una quantità enorme di NPL (crediti non-performanti),
  • stressando i bilanci delle Banche, 
  • attivando un potenziale Credit-crunch-2021 sulle imprese più deboli (e indebolite dalla crisi)
  • ribaltando sul bilancio-pubblico (attraverso le insolvenze-a-prima-richiesta attivate presso il Fondo Centrale di Garanzia)

il costo-economico (e a breve costo-sociale) della crisi da Covid-19.